Maglia calcio bianca strisce rosse e blu
Se neanche questo è il regalo che fa al caso tuo e l’amico o il parente appassionato di calcio al quale devi fare il regalo è un tipo piuttosto pigro, potresti decidere di regalargli un abbonamento tv per seguire la propria squadra del cuore comodamente dal proprio divano. E invece, niente. Non vogliamo soffermarci sullo scambio di giocatori, in fondo anche il mitico Pizzul, straordinario telecronista, proprio in una semifinale di Coppa Italia, era sempre un Napoli-Inter, urlò Caio-Caio-Caio in occasione del gol dei partenopei. Ma se metti le sovrimpressioni proprio dove stanno giocando la palla, vuoi torturare il telespettatore. Dev’essere, quindi, un vezzo Rai, anche divertente. Via libera, quindi, anche ai piccoli gadget a forma di pallone con i colori della squadra del cuore del destinatario? Ogni tifoso che si rispetti non può non avere il copriletto della propria squadra del cuore. Insomma, fare un regalo ad un appassionato e sfegatato tifoso di calcio non è poi così difficile. Se poi tu, regista, su tiro di Marek Hamsik respinto, per una folle infatuazione per il centrocampista slovacco decidi di staccare dal tap in fallito di Higuain per inquadrarne viso e cresta, sei quasi da codice penale (il regista non è Rai, è un appalto esterno: ma chi trasmette è responsabile della qualità di ciò che mette davanti ai nostri occhi, può sempre rinunciare alla manifestazione).
E neanche il livello di Mediaset Premium con la buona qualità delle analisi inversamente proporzionali al valore delle immagini. No, ieri è stata solo una delle tante serate di ordinaria approssimazione. No, in fondo sono pay tv che si fan pagare più o meno profumatamente. Se vuoi stare sull’abbigliamento, ci sono capi per tutti i gusti, dai pantaloncini calcio, alla tuta da calcio. Il problema è che, soprattutto nel calcio, la differenza è di 20 o 40 volte tra il servizio pubblico e le tv a pagamento. Ovviamente il resto del mondo non sta a guardare: assorbe la numerazione, anche se a volte non in ortodossia rispetto alla sistemazione chapmaniana. Nonostante sia “solo” la Coppa Italia e pur non essendo Napoli-Inter un match che passerà alla storia di questo sport, si deve a questo spettacolo che tanti amano un rispetto minimo. Nonostante la cosa possa sembrare al giorno d’oggi abbastanza marginale, all’epoca ebbe un eco di non poco conto. Cosa è successo nell’ultimo quarto di finale di Coppa Italia giocato al San Paolo? ESPN sottolinea la presenza delle fasce bianca, nera e rossa su colore blu, una sorta di fusione tra quelle che erano la Sampierdanese e l’Andrea Doria (alla quale si attribuisce lo scudo con croce di San Giorgio), non dimenticando lo sponsor tecnico Asics (molto in voga in quegli anni) ed il mitico e misterioso Baciccia, marinaio simbolo dei blucerchiati.
È un prodotto ufficiale dell’Inter ma non è la maglia che indossano i giocatori (i più attenti noteranno l’assenza del logo Nike, sponsor tecnico dei nerazzurri). «Genova nel cuore»: sarà questa la scritta, accompagnata dal disegno di un ponte crollato con un cuore formato da piccoli cuoricini a rappresentare le persone coinvolte nella tragedia, che figurerà sulle maglie di tutti i giocatori e gli ufficiali di gara nella seconda giornata di campionato che si giocherà questo fine settimana. La maglia dell’Argentina è una maglia iconica del calcio mondiale grazie alla sua storia e soprattutto ai grandi giocatori che l’hanno indossata. Ci ha pensato il marketing a rendere la maglia un fenomeno mediatico e negli ultimi anni abbiamo assistito a veri e propri esperimenti come la maglia mimetica, la maglia colore jeans fino a modelli che invece richiamavano veri e propri cult del passato. Negli anni 2000 la prima divisa è di colore giallo, in alcuni casi con bande o simboli tono su tono, mentre gli inserti blu sono per lo più minimali.
Chi guarda sa che non è gol solo dall’audio: 50.000 “noooooo” sono inequivocabili. In questa stagione, Calomino debutta il 4 giugno 1911 contro l’Independiente, segnando subito un gol alla prima in maglia xeneize. Sono gli anni in cui l’attacco è sulle spalle di Bobby Gol Bettega, un torinese cresciuto a pane e Juventus, e di Pietruzzu Anastasi, un ragazzo di Sicilia divenuto l’idolo di un Meridione che prestava braccia e fatica alle fabbriche del Nord. Il dialetto salentino si presenta carico di influenze riconducibili alle dominazioni e ai popoli stabilitisi in questi territori che si sono susseguite nei secoli: messapi, greci, romani, bizantini, longobardi, normanni, albanesi, francesi, spagnoli. La guida tecnica viene affidata a Dino Pagliari, che riuscirà a portare la squadra al quinto posto finale, valido per l’ingresso nei play-off. Non solo l’azione repressiva dei comportamenti pericolosi alla guida ma anche prevenzione, informazione ed educazione stradale a partire dai banchi di scuola. In fondo Piccinini, grande maestro negli anni ’80 e ’90, ci obbliga da anni al reiterato e ossessivo utilizzo dei termini “sciabolata” (morbida, tesa, etc) o “mucchio selvaggio”. L’importante è essere certi della fede calcistica e tenere conto dei gusti personali del destinatario del regalo. Prima di procedere, infatti, sarebbe molto utile sapere se il destinatario del regalo è o meno in possesso dell’abbonamento in questione.